Riceviamo e pubblichiamo:
“In Calabria il tema del precariato ha come parti deboli e pertanto lese la categoria dei tirocinanti. Sono uomini e donne, giovani e meno giovani, che assicurano quotidianamente la propria prestazione d’opera frutto di professionalità che rischiano seriamente, nel futuro, di disperdersi.
Prestano principalmente servizio presso Enti ministeriali, Giustizia, Miur, Mibact, ed Enti locali. È importante sottolineare che questi tirocinanti hanno diritto ad alcun trattamento previdenziale e contributivo e che il loro futuro viene costantemente mantenuto in bilico per finalità puramente elettorali, come pacchetto di voti s’intende e nient’altro più.
Il Governo centrale da sempre si è dimostrato ostile nell’affrontare la questione dei tirocinanti, che è bene sapere, si tratta di una categoria che permane in tutte le regioni dell’Italia (nel Lazio ad esempio dal 2010). La Regione Calabria, sul proprio versante, si giustifica attribuendo ogni responsabilità della precarietà di questi tirocinanti al Governo centrale stesso, in poche parole c’è un rimpallo di colpe che nuove seriamente al trovare soluzioni concrete sul futuro dei tirocinanti calabresi.
La categoria dei tirocinanti dal Governo centrale è stata esclusa dal decreto “Cura Italia” e con questo è più evidente come la categoria dei tirocinanti siano ignorate da qualsiasi agenda del giorno da parte del Governo centrale. Per concludere si può dire che la vita dei tirocinanti calabresi non è per nulla piacevole e che il loro calvario da precari continua nell’illusione di un’avvenire migliore, lavorativamente parlando”.
Lettera firmata