Crotone,
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Jonny, Scordio resta ai domiciliari a Rovereto. In aula ricostruito l’imponente giro di milioni di euro

Il Tribunale di Crotone

Edoardo Scordio, uno dei principali imputati del processo scaturito dall’inchiesta della DDA di Catanzaro denominata Jonny, resta agli arresti domiciliari a Rovereto presso la casa religiosa dei padri rosminiani. Lo ha deciso il Tribunale di Crotone in composizione collegiale (Bilotta presidente, Rizzo e Carlucci a latere) che ha rigettato la richiesta del difensore del prete, Tiziano Saporito, che aveva chiesto l’avvicinamento a Isola Capo Rizzuto di Scordio, presso la casa dei suoi nipoti, per poter seguire da vicino il processo. L’udienza di questa mattina è iniziata con un minuto di silenzio per le quattro vittime di sabato notte chiesto dal presidente Bilotta e subito dopo l’avvocato Aldo Truncè a nome della Camera penale di Crotone ha chiesto che il verbale di udienza venga trasmesso alle famiglie delle vittime. È stato il giorno dei testi dell’accusa. Due lunghissime deposizioni che si sono protratte dalla mattina fino al tardo pomeriggio.

A deporre per primo è stato l’ex commissario in servizio alla Squadra Mobile (ora in pensione) Franco Strada. Strada ha risposto alle domande del pm Domenico Guarascio, riscostruendo l’inizio dell’indagine partita nella primavera del 2013 dopo una serie di furti di imbarcazioni al porto di Le Castella. Da qui a ritroso per ripercorrere la guerra di ‘ndrangheta degli anni 2000 con morti eccellenti tra Papanice, Cutro e Isola Capo Rizzuto e poi la pax mafiosa tra le famiglie che avevano lasciato diversi morti ammazzati sulla strada. Strada ha raccontato i legami degli imputati e come si è arrivati agli intrecci tra le famiglie di ‘ndrangheta e i vertici della Fraternita Misericordia di Isola Capo Rizzuto. L’ex commissario ha poi risposto al controesame delle difese fatto anche di diverse schermaglie con l’avvocato Mario Nigro, difensore di Antonio Manfredi.

Dopo la pausa l’udienza è ripresa con la deposizione del colonnello, Giuseppe Laterza, comandante del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Crotone. L’ufficiale delle Fiamme Gialle ha ripercorso tutto il vorticoso giro di soldi passato per le mani della Fraternita Misericordia di Isola Capo Rizzuto, raccontando entrate e uscite nei minimi dettagli con assegni, bonifici bancari, liquidi e altro. Fiumi di soldi che andavano e tornavano, che uscivano da una parte e rientravano da un’altra, mentre i protagonisti erano più o meno sempre gli stessi. Laterza ha parlato dell’acquisto del palazzo Esposito, in pieno centro a Crotone, per un importo di oltre 2,5 milioni di euro, ma anche di piccole cifre (17mila euro) finite sul conto corrente di un imprenditore di Bassano del Grappa e poi finiti su un conto svizzero per poi perderne le tracce. Un imprenditore il cui profilo “è stato descritto lungamente nelle deposizioni di un collaboratore di giustizia” ha detto Laterza, prima di essere quasi interrotto dal pm Guarascio.

Il racconto dell’ufficiale delle Fiamme Gialle si è fermato al 2009 prima che l’udienza venisse sospesa dal presidente Bilotti. Racconto che, però, continuerà nella prossima udienza fissata per il 26 novembre.