Roccabernarda,
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Intimidazione di Pasqua al sindaco: Roccabernarda in piazza, silenzio che urla giustizia

La fiaccolata di ieri sera

Una Pasqua di intimidazione quella di Roccabernarda che ieri sera, dopo il ritrovamento di due cartucce sul parabrezza dell’auto del sindaco Nicola Bilotta, si è radunata in piazza Aldo Barbaro per una fiaccolata silenziosa, ma che fa tanto rumore. “Senza parole” era scritto su uno striscione, perché senza parole si resta se in pieno giorno, quando il sindaco esce dalla messa di Pasqua, trova due cartucce sulla sua auto parcheggiata nella piazza principale di Roccabernarda. In Calabria può accadere anche questo, allora può accadere di tutto?

No, occorre mettere un punto a questa barbarie, a questa escalation di minacce, intimidazioni e progressivo senso di paura da far provare a chi ha deciso di mettersi in gioco e amministrare per il bene comune della collettività e non per i pochi soliti noti.

Una fiaccolata molto partecipata il cui senso è raccolto in questa splendida lettera pubblicata da Pasqualino Piro e che vi proponiamo nella sua forma integrale.

Un nuovo tempo bussa alle nostre porte.

Spettabile Amministrazione, Spettabile signor Sindaco

scrivo e sottoscrivo a nome della mia famiglia ed in qualità di padre, educatore e di uomo libero quanto seguirà, anche se ho la presunzione di interpretare un sentimento comune alla quasi totalità dei “Rocchisani” che con onore e dignità rappresentate.
Gli avvenimenti successi a Roccabernarda in questa Pasqua 2019 mostrano inequivocabilmente che un nuovo tempo bussa alle nostre porte, che il futuro dei nostri figli chiede conto interrogando le nostre coscienze, suggerendoci che non è più tempo di passione, ma è tempo di resurrezione.

È venuto per noi tutti il tempo della decisione, di lasciarci alle spalle paure e fantasmi che ci hanno per troppo tempo disonorato agli occhi della nostra progenie e di dare un nuovo senso alla storia, perché la storia è un tempo carico di senso. La solidarietà in presenza mostrata ieri dai cittadini è un segno tangibile di questo desiderio di cambiamento che ci accomuna spiritualmente con le centinaia di persone impossibilitate a partecipare. Questo dovrebbe restituire il senso di quanto il vile gesto compiuto sull’auto del primo cittadino non debba essere interpretato come un’azione rivolta al singolo, ma come un gesto indirizzato alle istanze di liberazione di tutta la comunità nonché come una minaccia al futuro dei nostri figli.

Finito il tempo della passione in solitudine bisogna interpretare il tempo della rinascita collettiva, rispolverare le regole del diritto e della convivenza civile e partecipata dando esempio col nostro impegno alle nuove generazioni. Da educatore mi permetto di dire che i giovani hanno bisogno di esempi e non di parole, che dai comportamenti degli adulti desumono le loro mappe emotive con le quali interpreteranno il mondo circostante, e che necessitano di qualcuno che indichi la strada per poter uscire dal nichilismo e dal “tempo delle passioni tristi” in cui spesso le nostre non scelte li hanno condannati. In ogni battaglia sempre si schiera chi sta da una parte o dall’altra e la mia famiglia è schierata apertamente al vostro fianco. Sono consapevole di quanto dolorose siano alcune scelte, che essere “Giusti e Degni” richiede coraggio, e che a volte si arriva al paradosso di dover proteggere anche i “Giusti” dalla giustizia. La storia è piena di questi esempi, come è piena di vicende di grandi donne ed uomini che si sono fatti interpreti del loro tempo e che hanno saputo condurre popoli e comunità oltre i muri dell’odio e della rassegnazione. A voi dunque tocca, come state facendo, l’onere di continuare ad indicare la strada, mentre alla cittadinanza quello di restarvi al fianco come già dimostrato. Con l’impegno di tutti siamo certi che faremo la storia, ma non più una storia subita, ma una storia vissuta da protagonisti, fondata su un un nuovo patto d’onore e d’amore verso la nostra terra ed i nostri figli di cui siamo custodi e fieri rappresentanti.

Sia tanto motivo di certezze e d’impegno e non cagione d’indugi!

Con stima”.

Pasquale Piro e Famiglia