Crotone,
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Intervista a Fabio Tomaino: “Gianni Abramo decida in fretta cosa fare, vendere o rilanciare l’azienda”

“Gianni Abramo deve farci capire cosa vuole fare: se vuole rimanere deve dirci in che modo intende rilanciare l’azienda, in caso contrario può lasciare, c’è una tavolo aperto per degli investitori che vogliono rilevare il gruppo”. E’ questo in sintesi il pensiero di Fabio Tomaino, segretario provinciale della Uil Crotone, che in questi giorni è impegnato nella lotta al fianco dei lavoratori della Abramo CC, gelati dalla richiesta di Concordato avanzata al Tribunale di Roma lo scorso 30 ottobre dai dirigenti aziendali. Gelati perché nessuno se lo aspettava, proprio in un periodo in cui l’azienda stava, attraverso diverse operazioni mirati, uscendo da un periodo di crisi serissimo.

Tomaino, da “buon padre di famiglia” a padrone è un attimo.

“Un buon padre di famiglia non lascia i suoi figli orfani del loro futuro, gente responsabile che sta continuando a lavorare senza esitazione e che merita delle risposte certe in questa situazione. Gianni Abramo deve decidere in fretta cosa fare, il problema è unicamente in una direzione”.

Anche perché l’interessamento di alcuni investitori è reale.

“C’è un tavolo aperto, ma non si può pensare che un’azienda come questa venga ceduta in ambito regionale. Il tavolo è con le segreteria nazionali perché di mezzo ci sono lavoratori di Calabria, Sicilia e Lazio. La forza dell’azienda è sempre stata data dalle risorse umane, gente preparata e specializzata che ha offerto standard qualitativi eccellenti”.

Se non dovesse cedere l’azienda cosa succederà?

“Ci sono delle difficoltà, sotto ogni punto di vista, ma mai come in questo periodo ci sono possibilità di ripresa per un’azienda come Abramo. Ma dipende sempre dalla volontà, non è con il licenziamento delle maestranze che stavano su Roma Capitale che si risolve il problema. L’azienda ha usufruito e continua a usufruire di aiuti come il Fis, dello smart working, ma in passato anche l’acquisto di 100 pc sembravano un problema e questo non è tollerabile, soprattutto se si parla della salute dei lavoratori”.

Che ruolo devono avere la politica in questa fase?

“Ognuno deve fare il suo, non basta solamente la solidarietà. I nostri rappresentanti nazionali devono bussare alle porte del Governo, devono farlo in fretta perché è una questione che riguarda i crotonesi e i calabresi che loro rappresentano. Quelli regionali dovrebbero capire le reali intenzioni dell’imprenditore. Anche i lavoratori devono fare la loro parte, continuando a lavorare con senso di responsabilità come sempre. Bisogna capire che in questo momento l’azienda viene osservata, molto attentamente”.