Il giudice per le indagini preliminari Giovanna Pacifico, su richiesta della Procura della Repubblica di Salerno ha emesso la misura della custodia cautelare in carcere per Marco Petrini magistrato in servizio con le funzioni di presidente di sezione della Corte di Appello di Catanzaro, Emilio Santoro detto “Mario” di Catanzaro, Luigi Falzetta residente a Crucoli, Giuseppe Tursi Prato ex Consigliere regionale della Calabria. Francesco Saraco avvocato del Foro di Catanzaro, Vincenzo Arcuri alias “u fungiu” di Cariati, Giuseppe Caligiuri di Cariati. Arresti domiciliari per Maria Tassone detta “Marzia” avvocato. Le misure sono state eseguite questa mattina dal personale del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza dì Crotone, del Servizio Centrale Operativo Criminalità Organizzata di Roma (SCICO) e di altri reparti delle Fiamme Gialle, ha dato esecuzione ad una ordinanza cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Salerno, su richiesta di questa Direzione Distrettuale Antimafia.
Sono in tutto 14 le persone gravemente indiziati, a vario titolo, del reato di corruzione in atti giudiziari, in tal uni casi, aggravato dall’art. 416 bis, tra di loro anche altri avvocati del Foro di Catanzaro e di Cosenza e il presidente dell’Istituto Banca di Credito Cooperativo del Crotonese, Ottavio Rizzuto, destinatario questa stessa mattina di una ordinanza di misura cautelare in carcere per un’altra operazione, oltre a persone già sottoposte a misure cautelari per altri procedimenti.
Le indagini, avviate nell’anno 2018 e interamente coordinate e dirette da questa DDA, hanno permesso di ricostruire una sistematica attività corruttiva nei confronti di un Presidente di Sezione della Corte di Appello di Catanzaro nonché Presidente della Commissione provinciale tributaria del capoluogo di regione calabrese.
Gli indagati accusati di corruzione promettevano e consegnavano al suddetto magistrato, a più riprese, consistenti somme di denaro contante, oggetti preziosi, altri beni ed utilità, tra le quali prestazioni sessuali, in cambio dell’intervento del magistrato per ottenere, in processi penali, civili e in cause tributarie, sentenze o comunque provvedimenti a loro favorevoli o favorevoli a terze persone concorrenti nel reato corruttiva. In taluni casi i provvedimenti favorevoli richiesti al magistrato e da quest’ultimo promessi e/o assicurati erano diretti a vanificare, mediante assoluzioni o consistenti riduzioni di pena, sentenze di condanna pronunciate in primo grado dai Tribunali del Distretto di Catanzaro, provvedimenti di misure di prevenzione, già definite in primo grado, o sequestri patrimoniali in applicazione della normativa antimafia, nonché sentenze in cause civili e accertamenti tributari.