Crotone,
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Francesco Modesto assolto anche in Appello, la DDA lo accusava di usura aggravata dal metodo mafioso

Francesco Modesto

La corte d’Assise d’Appello di Catanzaro ha assolto il neo allenatore del Crotone, Francesco Modesto, dall’accusa di usura aggravata dal metodo mafioso.

La Corte d’Appello ha confermato la sentenza di primo grado emessa Gup di Catanzaro Francesca Pizii che, nel rito abbreviato aveva assolto Modesto per non aver commesso il fatto.

In primo grado l’accusa aveva chiesto una condanna a 8 anni, ma il Tribunale di Catanzaro aveva accolto in pieno la tesi difensiva dei legali di modesto, avvocati Leo Sulla del Foro di Crotone e Pasquale Marzocchi del Foro di Cosenza, così come ha confermato oggi l’Appello.

Francesco Modesto fu arrestato il 30 agosto del 2016 nell’ambito di una operazione della DDA di Catanzaro che portò in carcere 14 persone tra le quali l’ex calciatore di Cosenza, Palermo, Ascoli, Reggina, Genoa, Bologna, Parma, Pescara, Padova e Crotone, oggi allenatore dei rossoblu.

Francesco Modesto fu poi scarcerato dopo 16 giorni di detenzione nel carcere di Cosenza su decisione del Tribunale della Libertà di Catanzaro (leggi l’articolo) che, accogliendo anche in quel caso la tesi dei difensori, annullò l’ordinanza di carcerazione preventiva emessa su ordine della DDA di Catanzaro, richiesta dal procuratore aggiunto Vincenzo Luberto attualmente trasferito al Tribunale di Potenza dove svolge il ruolo di giudice civile su decisone della sezione disciplinare del Csm che ha disposto il trasferimento d’ufficio e di funzioni per il magistrato, indagato dalla Procura di Salerno per corruzione in atti giudiziari e rifiuto d’atti d’ufficio con l’aggravante del favoreggiamento alla ‘ndrangheta. Il TdL mise nero su bianco che l’ex calciatore crotonese non andava arrestato.

Lui si era sempre difeso proclamandosi innocente e in tanti gli fecero sentire la vicinanza anche con una manifestazione sotto il carcere di Cosenza nel periodo di detenzione.

Ora a stabilire la sua innocenza è arrivata anche sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro che ha messo la parola fine all’incubo di Francesco Modesto.