La tomba di Neima Abdullahi Ali ora ha anche una lapide con la sua foto. La ragazza somala torturata e violentata in Libia, deceduta all’ospedale di Crotone il 19 luglio del 2017, dopo aver partorito una bimba, non è rimasta sola ancora una volta.
La sua tomba nel cimitero di Papanice ora ha anche una lapide in marmo bianca, realizzata a titolo gratuito dalla ditta Scicchitano Marmi che ha raccolto l’appello del consigliere comunale Enrico Pedace lanciato qualche tempo fa. La storia di Neima è quella di una ragazza di 22 anni che era partita dalla Somalia con il cuore pieno di speranza. Era partita inseguendo la vita, quella fatta di sorrisi e non di sofferenze. Ma le sofferenze lei le ha patite in un campo di prigionia libico dove – ha raccontato ad una suora dell’ospedale di Crotone – è stata torturata, picchiata e violentata. Neima è arrivata a Crotone con un barcone ed è stata ricoverata perché incinta e prossima al parto. Dopo aver dato alla luce una bambina, Neima si è lasciata morire. Si è spenta il 19 luglio del 2017, ma con tutta probabilità ha cominciato a morire in quale maledetto campo libico per migranti. Adesso nel cimitero di Papanice c’è anche la lapide, ad indicare la tomba di una martire della barbarie umana.