Crotone,
Tempo di lettura: 1m 12s

Crotone, torturata e violentata in Libia si lasciò morire: adesso sulla tomba di Neima c’è anche la lapide in marmo

La lapide sulla tomba di Neima

La tomba di Neima Abdullahi Ali ora ha anche una lapide con la sua foto. La ragazza somala torturata e violentata in Libia, deceduta all’ospedale di Crotone il 19 luglio del 2017, dopo aver partorito una bimba, non è rimasta sola ancora una volta.

La sua tomba nel cimitero di Papanice ora ha anche una lapide in marmo bianca, realizzata a titolo gratuito dalla ditta Scicchitano Marmi che ha raccolto l’appello del consigliere comunale Enrico Pedace lanciato qualche tempo fa. La storia di Neima è quella di una ragazza di 22 anni che era partita dalla Somalia con il cuore pieno di speranza. Era partita inseguendo la vita, quella fatta di sorrisi e non di sofferenze. Ma le sofferenze lei le ha patite in un campo di prigionia libico dove – ha raccontato ad una suora dell’ospedale di Crotone – è stata torturata, picchiata e violentata. Neima è arrivata a Crotone con un barcone ed è stata ricoverata perché incinta e prossima al parto. Dopo aver dato alla luce una bambina, Neima si è lasciata morire. Si è spenta il 19 luglio del 2017, ma con tutta probabilità ha cominciato a morire in quale maledetto campo libico per migranti. Adesso nel cimitero di Papanice c’è anche la lapide, ad indicare la tomba di una martire della barbarie umana.