Federica era incapace di intendere e volere. Nessuna imputazione per Federica Manica, la 26enne di Crotone che il 6 ottobre del 2016 ha soffocato e messo fine alla vita di sua mamma Giovanna Salerno, 48 anni. A stabilirlo è stata la perizia psichiatrica chiesta ad una esperta dall’autorità giudiziaria crotonese che ha proceduto al caso.
La consulente tecnica della Procura, la psichiatra Maria Chiarelli, ha scritto nella sua relazione che la ragazza in quel momento era in uno stato di infermità di mente tale da escludere la capacità di intendere e di volere. Una tesi accolta dal sostituto procuratore Luisiana Di Vittorio. Tesi che hanno sostenuto da subito anche gli avvocati Antonio De Cicco e Concetta Cirillo, legali di Federica Manica. La ragazza nell’immediatezza del fatto fu arrestata e poi posta ai domiciliari in una struttura sanitaria capace di assisterla anche dal punto di vista psicologico. Il gip Michele Ciociola ha archiviato la posizione di Federica Manica e revocato la misura cautelare. Federica, però, resterò comunque nella struttura sanitaria dove è stata fino ad oggi.
La morte di Giovanna Salerno e il conseguente arresto della figlia Federica scossero notevolmente la comunità di Crotone per la lunga storia di sofferenza e dolore che si portava dietro. Federica viveva insieme ai genitori in via Caccuri, una zona di Poggio Pudano a sud della città. Fu il papà al rientro a casa a trovare la moglie morta e la figlia sconvolta.