Crotone,
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Crotone, per il gup Mariella Tamborrino si è suicidata: depositate le motivazioni della sentenza che proscioglie Cavallo

Mariella Tamborrino

Mariella Tamborrino si è suicidata e Michele Cavallo non ha alcuna responsabilità in quanto accaduto, per cui si dispone il non luogo a procedere. Queste in sintesi le conclusioni alle quali è arrivata il gup del Tribunale di Crotone, Abigail Mellace, che ha depositato le motivazioni della sentenza di non luogo a procedere nei confronti di Michele Cavallo, l’uomo che era accusato di aver ucciso intenzionalmente la giovane avvocatessa Mariella Tamborrino, gettandola dal quinto piano di un palazzo di via Santa Croce, a Crotone, la sera dell’1 settembre 2012.

Per il giudice Mellace le prove non sono così evidenti da poter reggere l’accusa in un eventuale processo. Non ci sono abbastanza indizi per far risalire la morte di Mariella Tamborrino ad una volontà omicidiaria di Cavallo, né di induzione al suicidio, né alle violenze, né al sequestro di persona.

“Gli – scrive il gup nelle motivazioni della sentenza – non fotografano quella ragazza allegra, felice e che non aveva nessun motivo di fare un gesto insano di cui si parla anche nell’ordinanza del primo gup, sulla base delle dichiarazioni rese dai genitori prima di venire a conoscenza di quell’aborto praticato nel mese di luglio che Mariella non ha mai trovato il coraggio di confidare”. E quel segno sul labbro, quella escoriazione per il perito è frutto dell’impatto contro una corda dei panni nel momento della caduta. Mariella Tamborrino, dunque, secondo il gup Mellace si è suicidata. Esattamente come descritto dal Cavallo.

Motivazioni che non convincono per niente gli avvocati di parte civile che rappresentano la famiglia Tamborrino e che intendono chiedere alla Procura di proporre appello. “Se Mariella si è suicidata – dice l’avvocato Francesco Laratta – vuol dire che noi non abbiamo capito davvero niente”. Tante le domande e soprattutto i punti oscuri di questa vicenda, a partire dalle primissime indagini forse fatte non proprio a regola d’arte, visto anche il lasso di tempo passato (alcuni giorni) tra la morte di Tamborrino ed il sequestro dell’appartamento e della macchina.