Crotone,
Tempo di lettura: 1m 38s

Crotone, Operazione Jonny: i Poerio puntavano ai servizi del Senato

I Poerio puntavano ai servizi del Senato. Il dato emerge da una intercettazione ambientale nell’ufficio di Antonio Poerio, uno dei 68 fermati nell’Operazione Jonny, e per i quali questa sera si pronunceranno i gip di Crotone e Catanzaro.

L’occasione è una discussione nell’ufficio di Poerio per una attentato incendiario ai danni della ditta Chisari. Gaetasno Srl la notte del 14 febbraio 2016.

Scrivono gli inquirenti: “Il quadro indiziario che delinea la vicenda (attentato alla ditta Chisari ndr) in esame si completa con ulteriori esiti captativi relativi alla operazioni di intercettazione telematica attivi all’interno dell’ufficio di Antonio Poerio. In particolare, si rivela significativa la conversazione ambientale alle ore 12:48 tra Giovanni Chiodo e Antonio Poerio, allorchè quest’ultimo manifestava a Chiodo la sua tensione a cagione dei soggetti indicati con epiteti aspramente denigratori (di merda) dei quali i due stavano parlando, nonché dei controlli della pubblica autorità (la legge) che lo sottoponeva a eccessivo controllo (gli sta “cacando il cazzo”), lamentandosi di non ricevere sufficiente tutela dall’autorità pubblica. In tale contesto Antonio Poerio riferiva di un incontro avuto nella mattinata con alcuni soggetti che lo avevano fermato in prossimità del cancello dei Capicchiano per parlargli, e della contrarietà che aveva loro manifestato giacché l’incontro era avvenuto in una zona sottoposta a videosorveglianza e della risposta del predetto soggetto che lamentava la difficoltà di incontro con Poerio che gli avrebbe interdetto anche di andare a trovarlo presso i suoi locali. Antonio Poerio, facendo riferimento al contesto dei soggetti oggetto della conversazioni, li definiva cani sciolti, ribadendo gli epiteti negativi nei loro confronti (pezzi di merda) e manifestando l’intenzione che qualora si fosse aggiudicato una gara di appalto di servizi a Roma per il Senato, lui avrebbe abbandonato l’attività che svolgeva ad Isola di Capo Rizzuto”.