Il Gup del Tribunale di Catanzaro, Tiziana Macrì, ha emesso la sentenza di condanna a 30 anni di carcere nei confronti di Gianluigi Foschini, crotonese, classe 1993, con precedenti penali. Foschini, che è stato giudicato con il rito abbreviato, era imputato per l’omicidio volontario, aggravato dal metodo mafioso, di Francesco Macrì, avvenuto l’11 agosto del 2014 davanti ad un bar nella centralissima via Reggio di Crotone. Foschini, che ha evitato l’ergastolo, era difeso dagli avvocati Aldo Truncè e Francesco Gambardella, la pubblica accusa era rappresentata dal sostituto procuratore della DDA di Catanzaro, Paolo Sirleo, mentre gli avvocati Pietro Pitari e Giacomo Iemma rappresentavano le parti civili. Foschini fu arrestato la mattina del 16 gennaio 2018 dalla Squadra Mobile della Questura di Crotone che aveva eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla DDA di Catanzaro, firmata dal gip Giulio Di Gregorio.
Il movente dell’omicidio sarebbe stato una lite, avvenuta qualche settimana prima in un altro locale. Macrì fu raggiunto da quattro colpi di pistola calibro 22 mentre era in compagnia di altre persone sedute ai tavolini del bar. Il killer sbucò dal nulla e col volto travisato cominciò a sparare all’indirizzo di Francesco Macrì, già noto alle forze dell’ordine per alcuni precedenti penali per rapina, danneggiamenti e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Macrì riuscì a percorrere pochi metri prima di accasciarsi su un marciapiede. L’uomo morì alcuni giorni dopo nell’ospedale di Crotone.
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