Crotone,
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Crotone, ndrangheta: due arresti della Squadra Mobile tra cui un poliziotto

La Squadra Mobile di Crotone, diretta da Nicola Lelario,  ha eseguito questa notte due ordinanze di custoria cautelare in carcere nei confronti di due soggetti tra i quali un poliziotto. Le persone arrestate sono Francesco Monti, pregiudicato, nipote del boss di Papanice, Mico Megna, al quale viene contestato il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. In carcere, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, è stato arrestato anche Massimiliano Allevato, poliziotto crotonese al momento in servizio presso altra Questura.

Le misure cautelari sono state richieste dalla Direzione distrettuale Antimafia di Catanzaro in base alle risultanze dell’operazione “Tisifone” del dicembre 2018, condotta dalla Squadra Mobile di Crotone e dal Servizio centrale operativo, contro esponenti delle famiglie Arena e Nicoscia di Isola Capo Rizzuto, che portò al fermo di indiziato di delitto nei confronti di 23 persone, tra le quali alcuni esponenti delle famiglie di Petilia Policastro e di Papanice.

Tra i soggetti colpiti allora da ordinanza di fermo c’era anche Rocco Devona di Papanice che gli agenti della Mobile non trovarono a casa, ma si consegnò il giorno dopo.

Pur non trovando Devona gli agenti della Mobile aqvviarono una perquisizione che portò al rinvenimento di un telefonino cellulare. In quel telefono cellulare la Mobile trovò una serie di messaggi tra Devona e Allevato tali da far ritenere gli inquirenti che il poliziotto avesse avvisato l’uomo di una imminente operazione. “All’epoca – ha detto il capo della Squadra Mobile di Crotone, Nicola Lelario – Allevato lavorava presso l’Ufficio di Gabinetto, che è il motore della Questura, per cui tutte le informazioni passavano da lì”.

Al momento delle indagini successive il Questore di Crotone aveva adottato un provvedimento di allontanamento in altra sede per “incompatibilità ambientale” che è tutt’ora in atto.

Ad Allevato, dopo una serie di approfondimenti tecnici su quel telefonino, vengono contestate una serie di notizie passate a Devona che i pm della DDA di Catanzaro, Domenico Guarascio e Paolo Sirleo, hanno rubricato in concorso esterno in associazione mafiosa e rivelazione di segreto d’ufficio aggravato dal metodo mafioso.

A Monti viene imputata la partecipazione all’associazione mafiosa avendo l’uomo partecipato ad un “battesimo” di ndrangheta. Monti non fu fermato nell’ambito dell’operazione Tisifone, ma successivamente, nel corso delle indagini dell’operazione “Hermes” contro la cosca Barilari-Foschini, era emerso “anche sulla base di investigazioni dei carabinieri – ha detto Lelario – un papello in cui Monti, insieme ad altri soggetti, veniva indicato come appartenente alla ndrangheta”. Inoltre sia i nomi di Devona che Monti erano emersi nel corso di altre operazioni ad hanno portato ad ulteriori elementi che hanno portato la DDA a ritenere Monti affiliato alle famiglie di ndrangheta e per questo arrestato questa notte.

Le misure cautelari sono state firmate dal gip distrettuale Claudio Paris.