La Guardia di Finanza di Crotone ha eseguito un provvedimento di sequestro preventivo, emesso dal gip presso il Tribunale di Crotone, Michele Ciociola, su richiesta della Procura della Repubblica, cautelando beni mobili e denaro fino alla concorrenza di circa 60 mila euro quale profitto del reato di truffa ai danni dell’INPS, commesso da un trentunenne veronese di origini crotonesi e attualmente residente a Crotone.
Il destinatario del provvedimento, aveva preso parte ad una rissa avvenuta nei pressi del pronto soccorso di Crotone nonostante risultasse percettore di pensione di invalidità per cecità totale. Grazie all’analisi dei filmati ripresi dalle telecamere della predetta struttura è stato possibile verificare come durante le concitate fasi della colluttazione l’indagato infliggesse e schivasse colpi palesando, in tal modo, capacità visive.
Gli approfondimenti investigativi hanno, inoltre, consentito di ricostruire tutto l’iter istruttorio che ha portato l’indagato ad avere il riconoscimento dell’invalidità per cecità assoluta con i conseguenti benefici assistenziali che, secondo la ricostruzione degli investigatori, non sarebbero mai dovuti essere erogati.
È stato appurato come il soggetto, dopo aver ricevuto il parziale diniego dall’INPS di
Parma, dove in quel periodo era residente, che gli concedeva la pensione di invalidità ma non anche l’indennità di accompagnamento, avesse presentato una nuova richiesta, questa volta presso l’INPS di Crotone al quale, per superare l’ostacolo della competenza territoriale, dichiarava falsamente di essere residente nella città pitagorica. Con tale espediente il falso cieco riusciva a farsi riconoscere, oltre alla pensione di invalidità civile per cecità totale, anche la relativa indennità di accompagnamento, così incamerando, dal 2018 e fino ai primi mesi del 2021, benefici economici per circa 60 mila euro.
In tale contesto appare singolare l’evento eccezionale della fulminea ripresa della vista che l’indagato, di propria iniziativa, a fine 2020 ha comunicato all’Ente previdenziale per l’aggiornamento della sua posizione clinica.
La gravità degli indizi raccolti ha indotto il Pubblico Ministero a contestare all’indagato l’ipotesi reato di “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche” e a richiedere il sequestro, anche nella forma per “equivalente”, di beni immobili, mobili e disponibilità finanziarie per l’esatto ammontare delle somme illecitamente percepite.