Crotone,
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Crotone, crollo della gru al Porto: tutti assolti. Nella struttura c’era ferraglia al posto del calcestruzzo

La gru nella ricostruzione 3D

foto: CrotoneNews

Il Tribunale di Crotone, in composizione monocratica (giudice Abigail Mellace), ha assolto tutti gli imputati per l’incidente mortale avvenuto il 5 luglio 2012 sul porto di Crotone, quando durante le fasi demolizioni crollò la vecchia gru che serviva per carico e scarico delle navi. Nell’incidente perse la vita Giancarlo Gennarini, 55 anni, e rimasero feriti altre due persone che insieme alla vittima stavano effettuando i lavori di demolizione.

Assolti Salvatore Pittelli (difeso dagli avvocati Elisabetta Puleo e Giorgio Carozzi), Vincenzo Durante (difensore da Giuseppe Gallo), Carmine Gennarini, Francesco e Massimo (difensori Salvatore Iannotta e Vincenzo Ioppoli), mentre le parti civili sono state difese da Marco Vallone e Giovanni Sipoli.

Inoltre, il giudice Mellace ha dichiarato “insussistenti gli addebiti mossi nei confronti delle società Graziani Francesco srl (difensori Giuseppe Barbuto e Natale Filiberto) e Rocca Maria srl (difensori Salvatore Iannotta e Vincenzo Ioppoli).

Il giudice Mellace ha, infine, rimandato gli atti del processo al pubblico ministero per le “valutazioni e le determinazioni di competenza in ordine ai fatti e alle condotte colpose che, secondo quanto emerso in fase dell’istruttoria dibattimentale, rappresentano la causa dell’evento per cui si è processo è che consistono negli errori commessi nella fase di progettazione delle attività di demolizione della struttura”.

Cosa è successo in pratica?

Durante le fasi dibattimentali, anche attraverso le perizie di parte molto accurate e una ricostruzione in 3D (guarda la ricostruzione in 3D) fatta fare all’ingegnere Antonio Grilletta dai difensori di Pittelli (Puleo e Carozzi), è stata evidenziata come la struttura sarebbe crollata comunque nella fase in cui stavano operando la vittima e i due feriti.

Questo perché dopo il dissequestro da parte della autorità giudiziaria, all’indomani dell’incidente, si scoprì che il riempimento della struttura (la gru) anziché contenere 150 tonnellate di calcestruzzo ne conteneva soltanto 119, mentre il resto era rappresentato da ferraglia. Ferraglia che, come evidenziato da diverse perizie, per molta parte risultava arrotondata, ovvero consumata per strofinio nel corso del tempo. Tale riempimento risale a decenni fa, ma – come emerso nel processo – durante i carotaggi per il progetto di demolizione le carote riportarono solo calcestruzzo.