Indagini chiuse dopo la denuncia-querela di Vito Vona, il giovane crotonese a cui fu tolto lo stomaco nel corso di un intervento chirurgico. Il sostituto Procuratore della Repubblica, presso il Tribunale di Crotone, Alessandro Rho, ha chiuso le indagini su un caso molto delicato e che ha cambiato per sempre l’esistenza di Vona. Agli atti anche una perizia di parte a dire che quell’intervento chirurgico allo stomaco ha rovinato l’esistenza di Vito Vona. Nella querela presentata dal legale di Vona, Francesco Manica, viene ripercorsa passo per passo il calvario di Vito, entrato in ospedale il 14 giugno 2016 per alcuni dolori addominali ed ancora non terminato. Vito è il rovescio della medaglia di una storia che qualcuno vorrebbe far passare per integerrima, addirittura trionfale. E forse quello di Vito non è l’unico caso. Ora gli indagati, tra i quali il primario di Chirurgia dell’Ospedale di Crotone, Giuseppe Brisinda, hanno 20 giorni di tempo per produrre memorie difensive. Dopo questo periodo il pm dovrà chiedere il rinvio a giudizio oppure l’archiviazione.
Questo il testo della denuncia-querela presentata da Vito Vona.
«Il sottoscritto si sottoponeva ad una esofagogastroduodenoscopia (d’ora in poi EGDS per brevità) presso la U.O.C. di Gastroenterologia ed endoscopia digestiva dell’ASP di Crotone e gli veniva refertato “(…) esofago regolare. Giunzione esofago-gastrica in sede, regolare. Mucosa gastrica di aspetto macroscopico normale … la visualizzazione dello stomaco è resa difficoltosa da verosimile alterazione anatomica (stomaco a cascata? Piccola ernia paraesofagea?) (…)”.
In pari data, lo scrivente si sottoponeva ad esame radiografico diretto dell’addome superiore con mezzo di contrasto eseguito presso un ambulatorio privato di Crotone, all’esito del quale veniva refertato “(…) stomaco con fondo a cascata, presentante un volvolo organico assiale. Non immagini da riferire ad ernie iatali, nel corso dell’esame si è osservato un fugace reflusso gastro-esofageo”.
Il giorno successivo, tuttavia, persistendo ed intensificandosi la sintomatologia sopra descritta, lo scrivente si vedeva costretto a recarsi presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile di Crotone e, nell’occasione, la U.O. di Medicina d’urgenza e accettazione dell’ASP di Crotone refertava “(…) motivo dell’ingresso: sospetto volvolo gastrico (…) esito: ricovero in reparto (…) Rx addome (per livelli): (…) presenza di materiale contrastografico a livello della cornice colica (…) non aria libera sottodiaframmatica. Non livelli idroaerei né sovradistensione di anse intestinali. Malvalutabile l’ombra gastrica per la sovrapposizione del colon radiopacizzato”.
Il sottoscritto, pertanto, sempre in data 15.6.2016, veniva ricoverato presso la U.O. di Chirurga dell’Ospedale di Crotone in virtù di “sosp. volvolo gastrico(…) anamnesi patologica prossima (…) da circa un anno dolore addominale di tipo colico in regione epigastrica. Nell’ultima settimana accentuazione della sintomatologia dolorosa con nausea. Ha eseguito EGDS e Rx (…) con sospetto di volovolo gastrico (…) stato locale (…) addome mobile con gli atti del respiro, trattabile, lieve dolore in regione epigastrica (…)”.
Durante la degenza ospedaliera, lo scrivente, veniva sottoposto, il 17.6.2016, dapprima a tac all’addome, eseguita presso la Struttura complessa di Radiologia con il seguente esito “(…) esame eseguito nelle sole condizioni di base (…) in relazione alla presenza di artefatti da residui di mdc (…) in relazione alla tecnica di studio ed ai limiti suddetti alcun giudizio può essere espresso sugli organi addominali. Presenza di sondino nasogastrico con estremità distale visibile e mal localizzabile. Per quanto possibile visualizzare stomaco a contenuto fluido in particolare a livello del terzo prossimale con presenza di livello idroaereo nel contesto; sembra apprezzarsi altresì, immagine a clessidra dello stesso, di non univoca interpretazione (volvolo gastrico? Altro?)” e, successivamente, ad EGDS eseguita presso la U.O.C. di Gastroenterologia ed endoscopia digestiva, laddove veniva refertato che “al controllo odierno non si evidenziano sofferenze ischemiche di mucosa sino alla II porzione duodenale”.
Seguiva, il giorno successivo, un’ulteriore tac all’addome presso la Struttura complessa di Radiologia, con esito del seguente tenore: “ (…) esame eseguito in urgenza (…) presenza di sondino naso-gastrico con estremità distale visibile e mal localizzabile. Per quanto possibile visualizzare, sostanzialmente regolare la morfologia del viscere gastrico, se si eccettua l’aspetto lievemente stenotico nel suo tratto pre-pilorico (…) si consiglia rivalutazione”.
Ed ancora, nelle date del 20.6.2016 e del 23.6.2016 venivano eseguite, presso la Struttura complessa di Radiologia, radiografie all’addome (per livelli) all’esito delle quali veniva rispettivamente refertato “(…) non evidenza di aria libera sottodiaframmatica. Distensione meteorica delle anse intestinali con presenza di mdc nel contesto da pregresso esame contrastografico” e “(…) presenza di qualche livello idroaereo, residui di mezzo di contrasto nel nastro colico da esiti di pregresso esame contrastografico”.
In data 27.6.2016 il sottoscritto veniva, quindi, sottoposto ad esame radiografico diretto dell’addome superiore con mezzo di contrasto, eseguito presso la Struttura complessa di Radiologia del PO di Crotone, con il seguente esito “(…) esofago ben canalizzato, stomaco normoconformato con svuotamento notevolmente rallentato, presenza di reflusso gastroesofageo. Visualizzato il bulbo che appare piccolo, spastico e discinetico con apparentemente normale ansa duodenale”.
Nel referto della tac addome con mezzo di contrasto eseguita, in data 27.6.2016, presso la Struttura complessa di Radiologia del locale nosocomio veniva rilevato quanto segue: (…) non ha evidenziato alterazioni morfovolumetriche e densitomentriche a carico dei parenchimi epatico e splenico (…)”.
Lo scrivente, dopo aver eseguito gli esami diagnostici sopra indicati, nel periodo compreso tra la fine del mese di giugno ed il mese di ottobre 2016, non accusava alcuna sintomatologia gastrointestinale.
I dolori all’addome, però, si ripresentavano alla fine del mese di ottobre 2016 ed il sottoscritto, in data 28.10.2016, si sottoponeva ad una nuova EGDS eseguita presso la U.O.C. di Gastroenterologia ed endoscopia digestiva dell’ASP di Crotone, con la quale veniva riscontrato: “restringimento ed angolazione dello stomaco a livello del corpo medio-distale, comunque agevolmente percorribile con endoscopio standard, con mucosa di aspetto macroscopicamente normale (…) conclusioni: volvolo funzionale gastrico?”.
La sintomatologia dolorosa, tuttavia, nei giorni successivi non si placava e, così, lo scrivente era costretto nuovamente a recarsi, in data 7.11.2016, presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile di Crotone, laddove, presso la U.O. di Medicina d’urgenza e accettazione veniva refertato quanto segue “(…) giunge in PS per dolore addominale in volvolo gastrico anamnestico … Rx diretta addome: … non evidenza di aria libera in sede sottodiaframmatica radiologicamente accertabile. Iperdistensione gassosa della bolla gastrica con livello idroaereo (…) esito: ricovero in reparto (…)”.
Nella stessa data il sottoscritto veniva ricoverato presso la U.O. di Chirurga dell’Ospedale di Crotone e, nell’occasione, veniva descritto il seguente problema/diagnosi di accettazione: “(…) dolore addominale in volvolo gastrico (…) anamnesi patologica prossima (…) il pz ritorna alla nostra osservazione per insorgenza di dolore epigastrico resistente a terapia ad insorgenza nelle ore notturne (..) stato locale (ndr addome) piano, mobile, trattabile, dolente la palpazione superficiale e profonda in epigastrio. Peristalsi presente e valida”.
Durante la degenza ospedaliera, lo scrivente, in data 8.11.2016, veniva sottoposto ad una nuova tac all’addome con mezzo di contrasto, per mezzo della quale veniva riscontrato che “lo stomaco appare a morfologia allungata, localizzato in ipocondrio sinistro, in sede postero-laterale con aspetto lievemente stenotico nel suo tratto pre-pilorico e anche “a clessidra” a tale livello”.
Il sottoscritto, quindi, in data 14.11.2016, veniva sottoposto ad intervento chirurgico dall’equipe medica […]
Nel relativo referto, indicavano la diagnosi finale e la denominazione della procedura eseguita e cioè “stomaco a clessidra e volvolo gastrico-gastroresezione con gastro- entero-anastomosi su ansa ad Y alla Roux, colecistectomia” ed, inoltre, descrivevano in modo chiaro e particolareggiato la procedura attuata nei seguenti termini: “laparotomia mediana xifo-sotto- ombelicale, accesso al cavo, esplorazione di tutta la cavità, non patologie macroscopicamente evidenti se si eccettua l’abnorme lunghezza dello stomaco con posizione molto alta del duodeno primo e della C duodenale. In considerazione della sintomatologia lamentata e dei rilievi degli accertamenti strumentali, si decide di eseguire gastroresezione, colecistectomia di principio, previa sezione per legatura del dotto cistico e dell’arteria anonima. Emostasi del letto colecistico. Apertura del legamento gastrocolico (..) fino ad esporre la parte posteriore dello stomaco fino al corpo-fondo. Scheletrizzazione della grande curva gastrica (…) preparazione del piloro e del duodeno. Preparazione del margine enterale del duodeno (…) scheletrizzazione della piccola curva fino al passaggio antro-corpo. Preparazione della seconda ansa digiunale (…) confezionamento di gastro-digiuno-anastomosi LL (…) gastroresezione (…) confezionamento di digiuno-digiunostomia LL”
Terminato il decorso post-operatorio, lo scrivente, in data 20.11.2016, veniva dimesso con diagnosi di volvolo gastrico e, successivamente, in data 30.11.2016, perveniva anche il referto istologico del seguente tenore “materiale inviato (…) stomaco, gastrectomia parziale: (…) sezioni di parete gastrica, caratterizzata da infarcimento fibrino-emorragico della mucosa come da verosimili disturbi ischemici, associati a marcata e diffusa flogosi cronica follicolare, attiva e microerosiva. Coesistono edema della sottomucosa e angectasie e congestione vascolare transparietali, maggiormente pronunciate a livello della sottomucosa”.
I postumi dell’intervento chirurgico, tuttavia, erano caratterizzati da un rilevante peggioramento della sintomatologia dolorosa, con ricorrenti episodi di vomito, anche se lo scrivente riusciva a sopportare tali disturbi per qualche mese, ritenendoli, per così dire, fisiologici nella prima fase post-intervento.
Successivamente, però, il sottoscritto, riscontrando il perdurare dei dolori addominali, si vedeva costretto a rivolgersi nuovamente ai sanitari.
E così ricominciavano gli accertamenti diagnostici:
– il 3.2.2017 EGDS eseguita presso la U.O.C. di Gastroenterologia ed endoscopia digestiva dell’ASP di Crotone con il seguente referto: “(…) conclusioni (…) esiti regolari di gastroresezione parziale”;
– in data 9.3.2017 tac al torace e all’addome con mezzo di contrasto eseguito presso il Centro radiologico di diagnostica “Familiari” di Crotone con il seguente referto: “presenza di clip metalliche a livello del corpo gastrico in pz con esiti anamnestici di intervento (per volvolo?). Disomogenea opacizzazione del fondo gastrico dopo somministrazione di mdc per os da valutare con endoscopia”;
– il 3.4.2017 radiografia diretta dell’addome superiore con gastrografin eseguita presso ambulatorio privato di Crotone con il seguente referto: “(…) transito esofageo regolare, esiti intervento di Billroth II, lo svuotamento del moncone gastrico ha inizio immediato ma è estremamente lento, dopo 90 min dalla somministrazione del bario il moncone gastrico appare pieno e sono presenti dei residui alimentari risalenti al pranzo del giorno precedente”;
– sempre in data 3.4.2017 visita specialistica eseguita presso l’ambulatorio di Gastroenterologia del Marrelli Hospital di Crotone con il seguente referto: “(…) ricorrenti episodi di vomito da subito dopo l’intervento. Presa visione Rx (…) si consiglia di eseguire scintigrafia gastrica”;
– il 26.4.2017 esame scintigrafico del transito esofago-gastro-duodenale eseguito presso la U.O. di Medicina Nucleare dell’Ospedale San Raffaele di Milano con il seguente referto: “storia clinica: gastroresezione Billroth II per volvolo (…) marcato rallentamento del transito gastro-intestinale (…)”.
Lo scrivente, pertanto, veniva ricoverato in data 22.5.2017 presso il Marrelli Hospital di Crotone per le seguenti motivazioni “(…) gastroparesi, ricorrenti episodi di vomito alimentare con calo ponderale di 30 Kg in esiti di gastroresezione (…) sintesi storia clinica: pregressa gastroparesi. 14.11.16 volvolo gastrico per cui effettua intervento di gastroresezione di Billroth II e colecistectomia (…) da subito dopo l’intervento il pz ha sempre riferito vomito alimentare ricorrente con calo ponderale (…) RX-TD (Rx tubo digerente ndr) dimostra un abnorme ritardo del contrasto dando esito a rallentato svuotamento gastrico. Per completare l’iter diagnostico ha eseguito scintigrafia gastrica che conferma”.
Il sottoscritto, il giorno successivo, veniva sottoposto ad intervento chirurgico così descritto dai sanitari operanti: “de-rotazione ansa intestinale e dell’anastomosi digiuno- digiunale, chiusura dei mesi (porte erniarie) (…) descrizione intervento: (…) laparotomia xifo-ombelicale, previa escissione della pregressa cicatrice chirurgica (…) lisi di aderenze viscero-parietali e viscero-viscerali. Aperto il peritoneo si repertano doppie ernie interne con rotazione dell’anastomosi digiuno-digiunale adesa alla parete addominale in ipocondrio destro (…) previa adesiolisi si identifica anastomosi gastro-digiunale (…) si procede a derotazione dell’anastomosi digiuno-digiunale, facendo passare attraverso il difetto del meso digiunale, in ipocondrio sinistro. Chiusura del difetto erniario (…) e il difetto in prossimità del legamento di Treitz”.
Dopo qualche giorno di decorso post-operatorio, lo scrivente, in data 27.5.2017, veniva dimesso con la seguente diagnosi “doppie ernie interne delle anse digiunali con aderenze viscero- parietali e omento parietali”.
Ma il calvario sanitario non era affatto terminato, atteso che lo scrivente si trovava in condizioni di salute molto precarie dovute, in particolare, all’eccessiva perdita di peso accumulata nel corso dei mesi ed alle difficoltà di digestione, così gravi da costringerlo a recarsi di nuovo al Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile di Crotone, in data 23.8.2017, laddove, presso la U.O. di Medicina d’urgenza e accettazione veniva diagnosticata “(…) gastroparesi, ricovero programmato dal reparto”.
Lo scrivente, quindi, veniva ricoverato presso la U.O. di Chirurga dell’Ospedale di Crotone con il seguente referto: “(…) problema/diagnosi di accettazione (…) gastroparesi (…). Nell’anamensi prossima si riporta: da alcuni mesi presenza di dispepsia associata a dimagrimento. Nel Maggio 2017 int. Chir. di derotazione ansa intestinale e dell’anastomosi digiuno- digiunale (ernie interne). Il 16/08/17 ha eseguito Scintigrafia EGD che ha evidenziato modico rallentamento della motilità esofagea per ritardo dello svuotamento gastrico. E.O.: addome mobile, cicatrice chirurgica xifo-sotto-ombelicale ben riepitelizzata, trattabile non dolente ne dolorabile”.
Il sottoscritto, in data 24.8.2017, veniva pertanto sottoposto all’ennesimo intervento chirurgico dall’equipe medica […], con la seguente diagnosi finale e denominazione della procedura eseguita: “gastroparesi severa con ritardo svuotamento gastrico in pregressa gastroresezione (…)” e con una descrizione dell’intervento chirurgico eseguito del seguente tenore: “relaparotomia. Accesso al cavo peritoneale previa lisi di aderenze viscero- parietali e viscero-viscerali di pregresso intervento. Le aderenze sono soprattutto evidenti in loggia sovramesocolica. Apertura accidentale del centro tendineo del diaframma in regione cardiale, sutura in duplice strato. Si completa la lisi delle aderenze. Si identifica lo stomaco, dilatato e la pregressa GEA (gastro-entero anastomosi ndr) e le anse della Y sec. Roux. L’ansa alimentare della pregressa Y appare corta per cui si decide di demolire anche anastomosi a piè d’ansa. Sezione ansa biliare (…) sezione ansa alimentare (…) mobilizzazione dello stomaco, piccola e grande curvatura fino al fondo. Gastrectomia subtotale, lasciando solo il fondo. GEA (gastro-entero anastomosi ndr) con EEA (entero- entero anastomosi) (…) sutura del moncone digiunale (…) digiuno-digiuno anastomosi (…) sezione dello stomaco (…) sopraggitto sul moncone gastrico. Si fa progredire il sondino oltre la gastro-entero-anastomosi”.
In data 30.8.2017, lo scrivente veniva dimesso con diagnosi “gastroparesi con ritardato svuotamento gastrico in pregressa gastroresezione” e successivamente, in data 29.9.2017, perveniva l’esito dell’esame istologico del seguente tenore “(…)ileo (…) stomaco, gastrectomia parziale (…) parete gastrica con discreta flogosi cronica e focalmente attiva con presenza, a livello della sottomucosa di vasi ectasici, a parete spesse, dal contorno irregolare, di piccolo e grosso calibro, tortuosi e dilatati con intensi stravasi emorragici. Il quadro appare compatibile con malformazione artero-venosa”.
Le condizioni di salute del sottoscritto, nonostante i diversi interventi chirurgici eseguiti, peggioravano progressivamente, tant’è che, in data 25.10.2017, gli veniva diagnosticato presso la U.O. di Ematologia e Microcitemia dell’Ospedale di Crotone “grave anemia sideropenica, secondaria a gastrectomia (…) terapia marziale in vena” e, successivamente, in data 31.10.17, presso la U.O. di Gastroenterologia dell’Ospedale di Crotone “magrezza patologica e sarcopenia, necessita di pompa per infusione (…) deflussori per 1 mese”.
Seguiva, in data 7.11.2017, visita anestesiologica generale con il seguente referto: “(…) posizionato PICC in vena cefalica braccio dx sotto visione ecografica” e, poi, il 18.12.17 visita del medico competente che giudicava lo scrivente “idoneo con prescrizione (…) Evitare mmc (movimentazioni manuali di carico ndr) gravosi”.
Lo scrivente eseguiva in data 8.1.2018 una visita presso un ambulatorio privato di Dietetica e Nutrizione di Cosenza che, nell’occasione, consigliava la seguente terapia: “plasil (…) spasmex (…) gaviscon adv (…) fantomalt (ndr integratore alimentare) (…) ensure nutrivigor (ndr integratore alimentare).
Il 14.5.2018, AKREA, azienda presso la quale lavorava lo scrivente da diversi anni, comunicava l’esito del giudizio di idoneità alla mansione specifica, evidenziando che “dopo l’evento di malattia ininterrotta dal 03/04/17 al 30/11/17 è pervenuta in azienda (…) Giudizio di idoneità: (…) non idoneo permanente al lavoro”.
In data 4.6.2018, il sottoscritto si sottoponeva a visita presso un ambulatorio privato di Dietetica e Nutrizione di Cosenza, laddove veniva riscontrato: “malassorbimento in gastrectomia subtotale (3 interventi) (…) MPE (ndr malnutrizione proteico-energetica) severa, recidivante, con calo ponderale > 10% in 22 mesi (peso abituale, dopo recupero con NP da primo trattamento= 76 Kg, peso attuale= 65 Kg); sarcopenia moderata (riduzione della forza muscolare e della performance fisica), carenza di vit. D3, ipocolesterolemia (già portatore di PICC, poi rimosso). Alimentazione per os: non in grado di soddisfare il fabbisogno energetico per difficoltà ad alimentarsi. Dispepsia, dolore addominale (…) scelta nutrizionale: nutrizione parenterale tramite PICC (…) alimentazione per os (…) avvio presa in carico CDI (ex ADI) per avvio NP”.
Ed infine, il 6.6.2018, lo scrivente eseguiva una visita anestesiologica generale all’esito della quale veniva refertato quanto segue: “(…) si posiziona PICC in vena basilica di dx (…) per sindrome da malassorbimento”.
E così lo scrivente, considerate le proprie gravi condizioni di salute e, dunque, gli insuccessi di più di due anni di esami diagnostici e trattamenti sanitari, tra i quali ben 3 interventi chirurgici, conferiva apposito incarico specialistico per verificare la correttezza dell’operato dei sanitari intervenuti in tale arco temporale.
Ebbene, la relazione tecnica consegnata allo scrivente in data 15.6.2018 dal predetto studio specialistico non lascia adito ad alcun dubbio circa la sussistenza di una grave responsabilità professionale dei sanitari per le lesioni subite dallo scrivente e le gravissime condizioni di salute in cui lo stesso attualmente versa».
Vona presenta una denuncia-querela nei confronti dei medici componenti lo staff dell’Ospedale di Crotone che lo ha sottoposto a interventi chirurgici e nei confronti di “altri sanitari che hanno causato con la loro condotta le lesioni subite dallo scrivente, in relazione ai fatti esposti, per il reato di lesioni personali ex artt. 582 e 583, 2° co. n. 3, c.p. o di lesioni personali colpose di cui all’art. 590, 2° co., c.p. (e/o 590 sexies c.p.) e/o per gli altri reati che questo Ufficio di Procura dovesse ritenere integrati nella vicenda de qua, formulando all’uopo concreta istanza di punizione”.