Riceviamo e pubblichiamo un’analisi del geologo Giuseppe Pirillo sugli eventi atmosferici che provocarono l’alluvione del 14 ottobre 1996 a Crotone.
Un’alluvione nella quale morirono sei persone: Paolo Pupa, Angela Trovato, Luca Buscema, Luca Tavano e Bruno Commisso e Michela Cicchetto, il cui corpo non fu mai ritrovato.
“CROTONE Ottobre 1996: Analisi di una Catastrofe
3 Ottobre
I pluviometri cittadini registrarono nelle 24 ore ben 115.2 mm di pioggia.
8 Ottobre
Alle piogge cadute il giorno 3 si sommarono quelle dell’8 ottobre( 41.0 mm), che saturarono ulteriormente i bacini idrogeologici, i terreni argillosi “zuppi” come una spugna non sarebbero più stati capaci di assorbire nemmeno una goccia d’acqua.
14 Ottobre
“Ma poi il sole si velò, la montagna si mise a vociare, mentre da ogni piega si buttava giù fragoroso un rivo di acqua torbida.
L’acqua si mise a scrosciare interminabile, frustata dai fulmini, ne era piena ogni accidenza della terra. La nuvola larga calata sulla montagna la stacciava furiosamente all’ingiro, si allungava a sorvegliare il torrente che andava verso il mare, preso da una fretta disperata”. (Corrado Alvaro)
Il 14 ottobre lo stato di imbibizione dei terreni argillosi del bacino era, quindi, tale da non essere più capace di assorbire significative quantità di pioggia. Nella mattinata caddero sul bacino del fiume Esaro circa 112,4 mm di pioggia con precipitazioni concentrate nella tarda mattinata: fra le 10 e le 11 del mattino il pluviometro di Crotone registrò 72.8 mm e tra le 11 e le 13 il pluviometro di Acqua della Quercia 80 mm di pioggia (40 per ora). Tali intense precipitazioni andarono così ad alimentare tutti i corsi d’acqua affluenti dell’Esaro. Valori certamente elevati che, associati alla configurazione geomorfologica del territorio, hanno dato origine al disastroso evento che interessò il fiume Esaro, con una portata che da 0,7 mc/s(periodo di secca) passò ad oltre 1000 mc/s!!
Crotone subì una violenta inondazione, l’evento di piena causò ingenti danni e la morte di 6 persone per lo straripamento dei torrenti Esaro e Passovecchio.
L’evento pluviometrico del 14 ottobre si manifestò in seguito ad un’estesa perturbazione che interessò il Mediterraneo centrale sin dai primi giorni di ottobre con elevate intensità di pioggia, concentrate su una porzione di territorio molto limitato. In particolare, l’evento più gravoso dell’area in esame fu caratterizzato da violenti nubifragi che, nell’arco di poche ore, riversarono elevate quantità di pioggia sul bacino (Flash Flood). In esso, a causa della limitata estensione e della litologia argillosa, si verificò una piena “improvvisa” ed altrettanto devastante che andò ad impattare su un assetto urbanistico delle aree adiacenti agli alvei, nelle quali l’espansione edilizia, quasi del tutto “abusiva” ha portato alla costruzione di nuclei abitativi in aree golenali per loro natura zone di espansione delle piene e quidi “riservate ai fiumi”.
A più di venti anni, oramai, dal tragico evento, rimangono incompiute molte delle opere idrauliche per la messa in sicurezza relative al noto “Piano Versace” rendendo la Città tuttora vulnerabile al Rischio Idrogeologico”.
Giuseppe Pirillo