“Siamo una famiglia palestinese, nostro figlio è morto il 26 febbraio a pochi metri dalla costa, fino a questo momento non abbiamo ricevuto il corpo in Palestina.
Abbiamo contattato l’ambasciata palestinese e ci hanno detto che stanno lavorando per trasferire la salma, ma non sappiamo perché questo ritardo da parte del governo italiano nel trasferire la salma, secondo la loro richiesta.
Sono passati circa 20 giorni dalla morte di nostro figlio, e le lacrime non hanno lasciato i nostri cuori e i nostri occhi. Vogliamo seppellirlo a Gaza, nei territori palestinesi, ma non ha senso sentire il gemito del tormento dei nostri cuori Non troviamo nessuno che stia con noi e ci consoli nel defunto, tranne qualche parola di attesa. Non possiamo più sopportare la pazienza dopo 20 giorni. Speriamo che ci contatti e ci dica qualcosa che rassicuri i nostri cuori”.
A scriverci è una famiglia che ha perso il proprio caro, si chiama Uday Abdel Fattah Aref Ahmed, aveva 27 anni e sembra che fosse partito da solo a bordo della Summer Love.
Il suo rimpatrio, dopo il riconoscimento avvenuto già diversi giorni fa, sembra essere ancora bloccato da qualche grana burocratica. La famiglia intanto continua ad aspettare, già distrutta dal dolore: “Vi ringrazio dal profondo del mio cuore e spero che mi fornirete qualsiasi informazione che rassicuri i nostri cuori” sono le parole con cui la famiglia ci saluta.