È terribile l’ipotesi di reato a cui sta lavorando la Procura di Castrovillari per la morte di Donato Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza trovato morto sulla statale 106 jonica la sera del 18 novembre 1989. Secondo la Procura di Castrovillari e il Procuratore Eugenio Facciolla, che ha disposto la riesumazione del cadavere, Denis Bergamini sarebbe stato seviziato e ucciso volontariamente. Non solo, sempre secondo l’ipotesi della Procura, l’omicidio di Bergamini fu premeditato e il movente sarebbe da ricercare in futili e abietti motivi. I capi di imputazione citati nella notifica della Procura in cui si avvisano gli indagati Isabella Internò (ex fidanzata del calciatore) e Raffaele Pisano (camionista), per la riesumazione del cadavere, sono gli articoli 575-577 numeri 3-4 codice penale, 61 numero 1 c.p., 61 n. 4 c.p., 110, ovvero “omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dai motivi abietti e futili e dalle sevizie” e in concorso.
Il Procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla, dunque, vuole vederci chiaro e dopo 28 anni ordina la riesumazione del corpo di Bergamini perché con le nuove tecniche di indagini e analisi possono emergere nuovi scenari. Venerdì 28 aprile la Procura “dovendo procedere ad accertamento tecnico non ripetibile relativo a: accertamenti, esami TC ed ematici, prelievi tissutali, esami su DNA, finalizzati ad accertare le modalità, cause e mezzi della morte di Bergamini Denis verificatasi il 18.11.1989” conferirà l’incarico ad un perito per la riesumazione del cadavere che si trova nel cimitero di Argenta, in provincia di Ferrara, e poi il trasporto a Cona dove saranno eseguite le analisi previste dalla Procura. Dopo 28 anni, o come scrivono la sorella di Bergamini, Donata e i suoi tantissimi tifosi, 1021 giorni senza verità e giustizia, forse è arrivato un momento cruciale che potrebbe cambiare la storia di una morte troppo dura da mandare giù per chi ha conosciuto Denis. Con tutta probabilità sarà il 2 maggio la data in cui verranno eseguite le analisi sul corpo di Denis Bergamini. Tutte le risultanze dovranno andare a comporre il mosaico delle tante perizie che già negli anni passati avevano sollevato molti dubbi sulla tesi del suicidio. A partire dall’autopsia del professore Avato del gennaio 1990, fino ad arrivare alle analisi del professore Roberto Testi e dei Ris di Messina guidati dal Maggiore Carlo Romano.