“La Procura Generale di Catanzaro non ha fatto appello contro il decreto della Corte d’Appello che ha respinto la richiesta di confisca per tutte le aziende del gruppo Vrenna, incluso il Crotone calcio. La decisione è quindi definitiva”. A scriverlo sul suo profilo facebook è l’avvocato Feancesco Verri che, insieme ai colleghi Francesco Gambardella e Carlo Federico Grosso, ha fatto parte del collegio difensivo proprio nel procedimento di cui scrive il legale crotonese.
“Si chiude proprio alla vigilia di Natale e per sempre questo capitolo. – continua l’avvocato Verri – I due imprenditori sono per lo Stato e la Giustizia italiana immuni da qualunque censura riferibile a presunti rapporti con la criminalità organizzata della quale hanno invece subito le violenze. Sono stati ufficialmente classificati “vittime” e, da oggi, per mezzo di un decreto del Tribunale di Crotone e della Corte d’Appello di Catanzaro passato in giudicato”.
Come si ricorderà lo scorso 28 novembre l
a sezione Misure di prevenzione della Corte d’Appello di Catanzaro aveva rigettato la richiesta di confisca avanzata dalla Dda di Catanzaro dei beni del gruppo imprenditoriale dei fratelli Raffaele e Giovanni Vrenna, tra cui il Crotone calcio, che milita in serie A. Il 16 gennaio scorso la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Crotone aveva rigettato la prima richiesta di confisca, sostenendo l’assoluta estraneità di Vrenna alle dinamiche criminali. Decisione a cui aveva fatto il ricorso da parte della Dda davanti ai giudici della Corte d’Appello di Catanzaro.
Nel corso dell’udienza in Appello il sostituto procuratore generale Salvatore Curcio aveva ribadito la richiesta di confisca dei beni e di applicazione nei confronti dei fratelli Vrenna della misura di prevenzione della sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno per cinque anni nel comune di residenza.
La difesa degli imprenditori, rappresentata dagli avvocati Francesco Gambardella, Francesco Verri e Carlo Federico Grosso, aveva chiesto invece ai giudici di confermare la sentenza di primo grado. La Corte si era riservata la decisione ed oggi è arrivato il provvedimento di rigetto. Rigetto che era stato già pronunciato prima dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Crotone e poi dal presidente dello stesso Tribunale.
“La Corte ha riconosciuto la piena legittimità di tutti i fondi e le risorse economiche riconducibili a Raffaele e Gianni Vrenna. In particolare la Corte, dopo aver sottolineato l’inesistenza di qualsiasi elemento che possa far ritenere che anche in epoca passata Raffaele Vrenna avesse avuto contatti o contaminazioni con soggetti gravitanti in determinate orbite criminali, ha poi posto in rilievo come i fatti denunciati da alcuni collaboratori di giustizia oltre ad essere, in parte, smentite oggettivamente erano state in ogni caso ritenute non significative dagli stessi inquirenti”.