Crotone,
Tempo di lettura: 6m 11s

“Basso profilo”, le accuse al segretario Udc Cesa e all’assessore regionale al Bilanco Talarico

Circa 1800 conti correnti sequestrati; 380 mila operazioni bancarie sotto la lente di ingrandimento, un movimento da 250 milioni di euro e oltre un milione di euro in contanti sequestrato. È questo il giro economico individuato questa mattina dalla Dia di Catanzaro nell’operazione “Basso profilo” della Direzione Distrettuale antimafia di Catanzaro che ha prodotto arresti e indagati eccellenti. Su tutti l’ex segretario nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa (indagato), e l’assessore regionale al Bilancio e segretario regionale dell’Udc, Franco Talarico (agli arresti domiciliari). Per i due politici, che sono accusati tra l’altro per concorso esterno in associazione mafiosa, scrivono i magistrati nella richiesta di misure cautelari: “Brutto Tommaso, Brutto Saverio, Cesa Lorenzo, D’alessandro Luciano, D’alessandro Ercole, Gallo Antonio, Pirrello Antonino, Talarico FrancescoDelitto di cui all’art 416, 416 bis.1 codice penale perché agendo in concorso e d’intesa tra loro, ricoprendo ciascuno di essi un preciso compito, si associavano tra loro al fine di commettere una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione, in particolare tra l’altro turbative d’asta, corruzione e abuso di ufficio (agendo in questo caso nella veste di istigatori), attraverso le metodiche di seguito specificate, segnatamente, utilizzando società e imprese esistenti, impegnate nel settore della fornitura di materiali per l’antiinfortunistica, aprendo una filiale in Albania, nonché impegnate nel settore delle pulizie, avvalendosi dell’appoggio di personaggi politici di rilievo regionale (Talarico Francesco, segretario regionale dell’UDC) e nazionale (Cesa Lorenzo, all’epoca europarlamentare dell’UDC), che avrebbero assicurato di intercedere con pubblici ufficiali in servizio presso enti pubblici ovvero con amministratori di società inhouse a livello nazionale (i cui enti o società avrebbero bandito gare di appalto per forniture di prodotti antinfortunistici ovvero di pulizie), nonché proponendosi di corrompere altri pubblici ufficiali preposti alle stazioni appaltanti ovvero, per le società inhouse, ai competenti uffici appalti, infine proponendosi di espandere all’estero, segnatamente in Albania, dove effettivamente veniva aperta una apposita filiale di seguito indicata, Stato questo dove, grazie all’ausilio del mar D’Alessandro Ercole, sarebbero stati introdotti nei gangli della pubblica amministrazione;

il tutto ricoprendo i singoli ruoli:

Gallo Antonio, quale promotore, utilizzava le proprie compagini aziendali, segnatamente la Gallo Antinfortunistica individuale e SRL per stipulare contratti di appalto; si interfacciava con personaggi politici, anche promettendo loro appoggio elettorale, grazie a pacchetti di voti di cui disponeva, per insinuarsi negli appalti; apriva una filiale in Albania, impiegando propri capitali, individuando i soci; avvicinava i pubblici ufficiali per l’ottenimento degli appalti e si avvaleva di ufficiali di PG per ottenere informazioni processuali sulla sua posizione utili per eludere eventuali investigazioni, ciò all’indomani della esecuzione della operazione Borderland in data 29 novembre 2016, nella quale la AG aveva raccolto elementi a suo carico per ipotizzare il delitto di cui agli allora vigenti artt 12 quinquies DL 306/92 e 7 l 203/1991, attesi i suoi legami con la cosca di ‘ndrangheta Trapasso,

Pirrello Antonino, quale promotore, utilizzava la propria compagine il cui oggetto sociale è la fornitura di servizi di pulizia – Puliservice Srl -, per stipulare contratti di appalto acquisiti con favori o con altri meccanismi distorsivi le procedure di legge, e, agendo d’intesa con Gallo Antonio, si interfacciava con personaggi politici, anche promettendo loro appoggio elettorale, grazie a pacchetti di voti di cui disponeva, per insinuarsi negli appalti,

Brutto Tommaso e Brutto Saverio, quali promotori e organizzatori, consiglieri comunali rispettivamente di Catanzaro e Simeri Crichi, volendo creare il sodalizio in parola, individuavano la figura di Gallo Antonio, quale figura imprenditoriale in grado di insinuarsi efficacemente nel settore degli appalti, quindi lo mettevano in contatto con Talarico Francesco, per creare un connubio efficace volto a reperire appoggi a livello politico e con D’alessandro Ercole, all’epoca LGT della Guardia di Finanza, per potere disporre di notizie di tipo investigativo per le ragioni sopra esposte,

D’alessandro Ercole, partecipe, all’epoca dei fatti Luogotenente della Guardia di Finanza, in servizio presso il Nucleo di polizia economico finanziario, GICO – SEZ GOA di Catanzaro, individuato dai Brutto quale referente istituzionale-giudiziario in grado di reperire notizie utili sulla posizione di Gallo Antonio, sui fatti sopra indicati, si metteva a disposizione del sodalizio, sfruttando la sua posizione, più in generale per attingere informazioni che potessero pregiudicare l’esistenza del sodalizio medesimo (anche consultando abusivamente banche dati istituzionali) e, più in particolare avvicinando colleghi per ottenere le suddette notizie che somministrava al Gallo, in cambio della partecipazione all’affare imprenditoriale, con lo schermo del figlio Luciano, anch’egli partecipe, che diveniva socio del Gallo nella compagine albanese gestendo l’attività in quel territorio; inoltre, il primo prometteva di introdurre il Gallo in ambienti istituzionale albanesi e macedoni, dove vantava aderenze con pubblici ufficiali a suo dire pronti a favorire il progetto imprenditoriale del Gallo,

Talarico Francesco, partecipe, quale segretario regionale dell’UDC, attuale assessore al bilancio della Regione Calabria, candidato alle elezioni politiche del 2018, offriva il suo appoggio, in cambio di un consistente pacchetto di voti, per introdurre Gallo e Pirrello in ambienti politico istituzionali nazionali, in particolare presentando i due e i Brutto a Cesa Lorenzo, il quale avrebbe appoggiato loro per ottenere appalti presso enti pubblici e società inhouse nei settori di rispettiva competenza (fornitura di presidi antinfortunistici e servizio di pulizie) e manifestando un incondizionato e duraturo appoggio nella prospettiva di nuove consultazioni elettorali,

Cesa Lorenzo, quale partecipe, all’epoca dei fatti eurodeputato del UDC, d’intesa con Talarico Francesco, si impegnava ad appoggiare il gruppo per soddisfare le mire dei sodali nel campo degli appalti. Con le condotte in parola contribuivano a salvaguardare gli interessi delle compagini associativa di tipo ‘ndranghetistico di riferimento, in particolare le cosche dell’alto jonio catanzarese e del basso jonio crotonese, cui Gallo era legato, e le cosche reggine cui Pirrello era legato.

In Catanzaro, nella Calabria, nel resto d’Italia e all’estero, fatti accertati dal 2017 all’attualità”.

Accuse dalle quali ora Talarico, Cesa e gli altri indagati dovranno difendersi davanti ai magistrati. Cesa ha già fatto sapere: “Ho ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017. Mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla procura competente. Come sempre ho piena e totale fiducia nell’operato della magistratura. E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale come effetto immediato”. Nell’operazione “Basso profilo”, condotta da personale della Dia, congiuntamente con quello della Polizia, dei Carabinieri e della Guardia di finanza, coinvolge i maggiori esponenti delle ‘ndrine tra le più importanti di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro come “Bonaventura” “Aracri”, “Arena” e “Grande Aracri”, tredici persone sono state arrestate e portate in carcere e 35 ai domiciliari.