“Sull’incapacità della Soakro siamo stati facili profeti poichè già nel 2013 abbiamo assegnato alla società che gestisce gli impianti di depurazione del crotonese la bandiera nera di Goletta Verde; ma dell’incapacità del Comune di Crotone a programmare le opere pubbliche utili per risolvere i problemi di depurazione della città oggi abbiamo anche l’evidenza del fallimento”.
È questo il commento di Legambiente Calabria alla notizia che per giorni il tratto di mare antistante il lungomare di Crotone è completamente invaso dagli scarichi fognari. Una situazione tragica che fotografa lo stato in cui versano le politiche ambientali nella cittadina pitagorica, dove da anni nessun intervento è seguito alle denunce di degrado. “Che il sistema fognario avesse seri problemi, -scrive Legambiente Calabria – soprattutto nella zona del lungomare cittadino, era emerso già all’indomani dell’inaugurazione del “nuovo” lungomare (correva l’anno 2003). Ebbene, da allora, nonostante allagamenti, cattivi odori, sversamenti fognari si siano verificati puntualmente negli anni, e soprattutto nella stagione estiva, la questione non è mai stata affrontata se non con qualche “rattoppo”. In questo senso anche la questione Soakro appare emblematica; consulenze e management lautamente retribuiti non riescono a garantire neppure i servizi minimi e per contro producono debiti per milioni di euro e senza che la politica intervenga concretamente”.
Aggiunge poi Franco Falcone presidente di Legambiente Calabria: “Un atteggiamento identico a quello adoperato nei confronti delle tante emergenze ambientali che vengono denunciate da anni, e che la città avrebbe risorse e capacità per affrontare e risolvere, uscendo dalla crisi in cui la cattiva politica l’ha relegata”.
“Crotone – continua la nota di Legambiente Calabria – è in gravissimo ritardo sulla raccolta differenziata, sui temi della tutela della costa e del territorio; non ha un adeguato sistema di depurazione, dibatte da anni sulla bonifica dell’area industriale e dei siti inquinati senza approdare a nulla, ha un altissimo tasso di incidenza di malattie da inquinamento, trascura i beni archeologici e culturali della più importante colonia della Magna Graecia ed è complice di una gestione fallimentare dell’Area marina protetta Capo Rizzuto. Ritardi, mancanze, omissioni di cui la classe politica deve assumersi la piena responsabilità anziché continuare ad autoassolversi. I fatti dimostrano che non sono più tollerabili i comportamenti di un Consiglio comunale, di una Giunta, di un Sindaco che hanno evidentemente fallito nel loro mandato”.