La notizia è di quelle che potrebbe creare un vero e proprio terremoto: Giuseppe Giglio, 49 anni, detto Pino, crotonese e residente a Montecchio Emilia, potrebbe essere il primo pentito del processo Aemilia. La notizia è pubblicata con grande risalto sull’edizione di Bologna del giornale La Repubblica. Giglio è uno degli imputati principali del processo “Aemilia” e da oltre un anno si trova in regime di carcere duro al 41 bis, ora, secondo quanto Riportato da Repubblica, potrebbe mettersi a disposizione dei magistrati e raccontare quello che sa. Sembra che Giuseppe Giglio sia già stato trasferito in un altro carcere e che i suoi familiari si trovino in una località segreta con un altissimo livello di protezione.
Secondo gli inquire ti Giglio è una fonte straordinaria di notizie. Non uno qualunque, ma un “organizzatore”, uno che avrebbe gestito e amministrato per conto delle cosche società e imprese. “Uno specialista del settore immobiliare e delle costruzioni, maestro nell’arte di intrecciare relazioni e di portare a casa appalti pubblici, speculazioni private, commesse di ogni genere e forniture” scrive La Repubblica che continua: “A leggere le carte che lo accusano Giglio può essere considerato il ministro delle Infrastrutture dei clan della ‘ndrangheta in Emilia-Romagna”.
Se la notizia della collaborazione di Giglio dovesse trovare conferma, si potrebbero scoperchiare affari e strutture di ‘ndrangheta di primissimo livello, soprattutto nel business del cemento e del mattone in mano alle famiglie che gravitano intorno ai Grande Aracri di Cutro e agli Arena di Isola Capo Rizzuto. I Pm Marco Mescolini e Beatrice Ronchi hanno chiesto per lui la condanna a 20 anni di carcere, nel rito abbreviato in corso di svolgimento a Bologna, indicandolo come responsabile di 32 diversi capi d’imputazione.