Crotone,
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Abramo: ormai tutti si sono dimenticati di quell’azienda che reggeva l’economia di una città

Tutto tace, a nessuno è dato sapere. Al di là di quelle che sono alcune interviste rilasciate sulle diverse testate dai sindacalisti, diverse delle quali si pongono anche in una sorta di contrapposizione tra loro, che altro non fanno che aumentare la confusione e soprattutto l’ansia tra i dipendenti, la vertenza della Abramo Customer care ormai sembra essere sparita dall’agenda di tutti. Soprattutto a livello istituzionale.

È proprio vero che questa è una città che dimentica in fretta, come per esempio nel corso degli anni l’azienda abbia generato anche ricchezza per l’intera provincia, con oltre due milioni di euro di emolumenti mensili e un picco massimo di quasi 3000 lavoratori divisi tra dipendenti e collaboratori. Con la crisi aziendale e le fasi che si sono susseguite, fino all’amministrazione straordinaria tutt’ora in itinere, tutto è andato a scemare. Non ci sono notizie sulle eventuali offerte arrivate, su eventuali incontri istituzionali, sulle prossime tappe da seguire e, soprattutto, sul futuro dei lavoratori. In molti stanno “risolvendo” da soli, sistemandosi da altre parti, anche perché in tutti questi anni la differenza l’ha fatta proprio il profilo della maggior parte delle persone che lavoravano e lavorano per la Abramo, un call center per certi versi “anomalo”, visto che il livello di scolarizzazione è sempre stato molto altro in relazione al tipo di attività svolta. Ci sono poi i collaboratori da una vita, persone che ancora sono sotto contratto per un “progetto” in un’azienda commissariata. E già questo è paradossale. Anche perché sono i più esposti, quelli che rischiano maggiormente di rimanere con un cerino in mano dopo tutto questo tempo e dopo aver macinato numeri e guadagni, per l’azienda soprattutto. Ragazzi, persone, famiglie che oggi, dopo aver dato tanto, sembrano essere state completamente dimenticate.