Si è tenuta questa mattina in videoconferenza una riunione tra la dirigenza della Abramo CC e le sigle sindacali. Inizialmente l’incontro era stato fissato per parlare del fis, il fondo di integrazione salariale, ma ovviamente dopo che la situazione è precipitata con la presentazione del Concordato al Tribunale di Roma da parte dell’azienda i sindacati hanno chiesto delle risposte, che però non sono arrivate. “Stamattina si è svolta in videoconferenza una riunione tra la Abramo C.C., le Segreterie Regionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL e le RSU – si legge nella nota delle sigle sindacali – La riunione era stata organizzata per l’ultima fase dell’ammortizzatore sociale FIS messo in campo col decreto agosto.
Fin da subito come OO.SS. abbiamo chiarito all’azienda che la discussione non si sarebbe assolutamente basata sull’applicazione o meno del FIS, le varie riunioni fatte nel 2020 ci hanno già abbondantemente fatto capire che è inutile prendere affidamenti sul tema (e non solo) che poi sono puntualmente disattesi, uno su tutti il tema dell’equa distribuzione.
Abbiamo pertanto chiesto informazioni dettagliate sulla procedura di concordato presentata, sull’entità dei debiti dichiarati, sulla continuità lavorativa ed economica del personale attualmente in forze all’azienda.
La direzione aziendale ha dato risposte molto generiche, non centrando quasi mai l’argomento e non fornendo quindi certezze. Ha affermato di aver depositato un richiesta di concordato in bianco riservandosi di integrare la documentazione con il piano di ammissione al concordato preventivo, nel termine che verrà fissato dal Tribunale. Le intenzioni dichiarate sono di redigere un piano di concordato in continuità indiretta, pertanto, proseguendo l’attività d’impresa.
Come OO.SS abbiamo ribadito, se mai fosse stato in dubbio, che il tempo della fiducia e della collaborazione è terminato abbondantemente, che è necessaria chiarezza e soprattutto che non è possibile un prosieguo se non c’è discontinuità con chi in questa situazione ci ha trascinati.
Abbiamo necessità al più presto di avere le risposte alle domande più importanti, continuità occupazionale ed economica per i lavoratori, nel frattempo attiveremo tutti i percorsi necessari, ministeriali e tra i committenti, per mettere in sicurezza il perimetro occupazionale calabrese”.