“Salvati 3000 posti di lavoro”. Peccato che i lavoratori ancora non lo sanno, o meglio conoscono benissimo una situazione che è tutt’altro che definita, anzi. Per ammissione della stessa azienda, in questo caso la Abramo Customer Care, che solo in Calabria conta circa 3000 occupati, la situazione in questo momento “è estremamente delicata”. Quindi quando il Movimento 5 stelle, che sia il sottosegretario allo Sviluppo Economico Alessandra Tadde oppure l’onorevole Paolo Parentela, parlano in questi termini forse non hanno un atteggiamento in linea con il momento, appunto delicato.
“Dopo Ferrosud, oggi annunciamo un altro grande risultato: mettiamo in sicurezza le migliaia di lavoratori di Abramo che da mesi attendono risposte”. “La società Abramo – sostiene Tadde – che opera nell’ambito dei servizi di call center in varie città italiane ed europee e che occupa oltre 3.000 lavoratori, ha presentato un concordato preventivo con riserva presso il Tribunale di Roma che dovrà esprimersi entro metà febbraio”, spiega Todde. “Il piano concordatario si basa sull’offerta vincolante ricevuta dal Fondo Heritage che prevede l’affitto dell’intero perimetro aziendale – sia in Italia che all’estero – e successivamente l’eventuale acquisto che comporterà la piena tutela occupazionale”, continua.
“Il piano e la sopravvivenza dell’azienda erano stati messi a rischio dalla Direzione Provinciale Inps di Catanzaro che nelle settimane scorse aveva disposto l’irregolarità del Durc, il documento unico regolarità contributiva. La mancanza di questo certificato impediva alla società Abramo di partecipare alle gare in corso, con il rischio di perdita o rinnovo di importanti commesse che costituiscono il valore aziendale”, specifica.
”L’8 febbraio l’Inps di Catanzaro ha rilasciato il Durc a fronte dell’esito positivo del ricorso presentato dall’azienda. Questo ha scongiurato la perdita di commesse vitali per l’azienda garantendo quindi la continuità aziendale necessaria per procedere con il deposito del piano concordatario. I fatti e i risultati sono l’unica metrica possibile e la cifra del nostro lavoro al Mise”, conclude Todde. Ma in ballo c’è anche un’altra offerta e di mezzo c’è un Tribunale che ancora non ha deciso proprio nulla. Parlare di problema risolto quando i lavoratori non hanno certezze sui pagamenti, hanno spettanze arretrate, hanno congelati i propri crediti proprio per questa situazione forse non è correttissimo. Siamo ai limiti della fake news, quelle che combattevano gli stessi 5 Stelle non molto tempo fa.