Crotone,
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Trapianto di viso, Benedetto Longo: l’eccellenza crotonese è ancora precario. L’amarezza del capo dell’équipe

Benedetto Longo

foto: Facebook

Un’operazione di inestimabile valore, il primo trapianto di viso in Italia all’ospedale Sant’Andrea di Roma. A poche ore di distanza dallo straordinario intervento chirurgico, però, Fabio Santanelli di Pompeo, 58 anni, capo dell’unità di chirurgia plastica e ricostruttiva che tra sabato e domenica ha restituito un volto a una donna gravemente deturpata dalla malattia, tira fuori tutta la sua amarezza. Lo fa con una intervista esclusiva concessa al Corriere della Sera, nella quale parla di un grande cruccio che riguarda il suo allievo di punta, il medico crotonese Benedetto Longo.  «Purtroppo è vero, – dice Santelli di Pompeo – noi facciamo le cose belle con dieci anni di ritardo pur avendo tutte le competenze per la pole position». “È come se in questo momento da Guinness tornassero in gola i bocconi amari della carriera. – scrive il Corriere della Sera – Le difficoltà per raggiungere ogni obiettivo, i bastoni tra le ruote nel mondo universitario, la mortificazione per l’allievo di punta Benedetto Longo, secondo team leader dell’équipe, eppure precario.

«Esatto, Benedetto ha 40 anni, un curriculum eccellente, anni di esperienza ad Harvard, eppure non ha il posto fisso. – dice Fabio Santelli di Pompeo al Corriere della Sera – Precario. Ha un contrattino da ricercatore alla Sapienza che riesco a coprire con i fondi raccolti grazie alla mia credibilità scientifica. Guadagna quanto una colf, con tutto il rispetto per le colf. Si gratifica con le soddisfazioni al tavolo operatorio».

Perché succede? Chiede la giornalista del Corsera Margherita De Bac.

«L’Italia ha perso di vista le cose importanti da molti, troppi anni. Sono mancati governanti illuminati. Noi per questo trapianto eravamo pronti già da tempo. In Francia sono già a 7, siamo arrivati perfino dopo la Turchia, ripeto, la Turchia. La mia soddisfazione è che ora non devo dire grazie a nessuno tranne che alla volontà di aiutarci mostrata da ministero della Salute e Centro nazionale trapianti. Da noi le persone che valgono sono considerate rompiscatole».