Monsignor Angelo Panzetta, 53 anni, nato a Pulsano, provincia di Taranto, già docente di Teologia Morale del clero diocesano di Taranto e preside della Facoltà Teologica Pugliese, sarà il nuovo Arcivescovo di Crotone-Santa Severina. L’annuncio sarà dato domani a mezzogiorno in contemporanea nella Basilica Cattedrale di Crotone, dove l’arcivescovo uscente Mons. Graziani ha convocato tutto il clero, e nella Diocesi di Taranto. Monsignor Angelo Panzetta sarà ordinato vescovo nelle prossime settimane e con tutta probabilità nel prossimo mese di gennaio si insedierà nella sua prima diocesi che sarà dunque Crotone-Santa Severina.
Monsignor Panzetta è stato nominato sacerdote da Mons. Benigno Luigi Papa il 14 aprile 1993.
Nel 1993 è stato Vicario parrocchiale nella parrocchia Santa Maria la Nova in Pulsano; dal settembre 1993 al maggio 1998 è stato segretario particolare dell’Arcivescovo. Assistente dei Medici Cattolici nel 1994, Direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale Familiare dal 1999 al 2001 e, successivamente, direttore dell’Ufficio regionale di Pastorale familiare dal 2007. Padre spirituale dapprima del Seminario interdiocesano Poggio Galeso (2000-2002) dal 2007 ha ricoperto l’incarico di Padre spirituale del Pontificio seminario regionale pugliese.
Ha conseguito nel 1994 la licenza in teologia morale e nel 2000 il dottorato in teologia morale all’Accademia Alfonsiana di Roma.
Per lui ora inizierà una nuova fase che lo vedrà a capo della Chiesa crotonese. Una Chiesa che negli ultimi anni ha aumentato la distanza con la gente chiudendosi dentro le stanze della Curia diventata sempre più impresa in mano a tecnocrati e burocrati della riva jonica catanzarese. Una Chiesa, quella crotonese, ferita da lungo tempo di ignavia e che ha bisogno di ritrovare lo spirito Cristiano di solidarietà, tutela degli ultimi e di essere al fianco della gente più debole, non a braccetto con i potentati economici e politici. Una Chiesa che torni ad essere servizio, che torni per strada e nelle case dei crotonesi, ma soprattutto che possa essere pungolo per la crescita culturale di questo territorio che solo così potrà sperare di non diventare un deserto.