Crotone,
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Matteo Colucci e il suo amore per il Crotone: “Chi rifiuta non è degno di indossare questa gloriosa maglia”

Matteo Colucci alla prima esperienza col Crotone

“11 giugno 1976, giocavo nel Modena, facevo il campionato Primavera, mi chiama in sede il Direttore, il grande Paolo Borea, mi dice: “Vuoi andare a Crotone in C a farti le ossa?”. Io in un primo momento ho tentennato, nonostante ero un giovane venuto dal Sud. Dopo un colloquio con il presidente Merigliano, venuto di proposito a Modena, troviamo l’accordo, io e Gravante, grande attaccante della prima squadra con cui avevo un ottimo legame anche fuori dal campo.

Dopo alcuni giorni partiamo per le visite mediche col volo Bergamo-Bologna-Roma-Crotone. Bene, arrivati siamo rimasti sbalorditi da questa bellissima città e dell’accoglienza di questi meravigliosi tifosi. Ci siamo subito innamorati, nonostante venivamo da un bellissimo ambiente come Modena. La città, la società e tutto l’ambiente, ci hanno fatto sentire subito parte di loro. Abbiamo capito subito che era un ambiente eccezionale sia per fare calcio sia per il modo di vivere fuori dal rettangolo di gioco. Le persone che ti incontravano per strada mostravano tanto affetto, prima come persona e poi come calciatore, ci trattavano come se fossimo un loro familiare; ricordo che spesso ci invitavano a casa loro a cena.

Ci ha colpiti molto questo comportamento, molto emozionante. La domenica poi era ancor di più uno spettacolo, vedere questo caloroso pubblico che ti incitava dall’inizio alla fine: veniva la pelle d’oca e ti invogliavano a dare il massimo, non potevi deludere queste meravigliose persone, principalmente sotto l’aspetto dell’impegno.

Ho giocato in tutto 4 anni con questa meravigliosa maglia. Questa città mi ha dato anche un meraviglioso figlio, che oggi vive lontano da Crotone per motivi di lavoro. Capito spesso a Crotone dove ho tantissimi amici, posso dire che i crotonesi sono delle persone che non dimenticano se ti sei comportato bene, specialmente come persona. A distanza di tanti anni ti rispettano e ti vogliono bene, come se fossi ancora uno di loro. Oggi il Crotone meritatamente si trova in Serie A per la terza volta, una piccola realtà con una grandissima società, un grandissimo pubblico, e un grandissimo ambiente. Ora dico signor Anderson, signor Bonazzoli, signor Lammers, Crotone è stato sempre un trampolino di lancio per tanti giocatori, vedi Bernardeschi, Florenzi, Mirante, Ogbonna, Cataldi, Pellè, giocatori che hanno raggiunto la Nazionale, e voi tre giocatori, pure panchinari nelle vostre squadre, vi siete permessi di rifiutare una piazza del genere, come a voler degradare società, città, tifosi e il Sud. A questo punto vi dico che non eravate e non siete degni di indossare questa gloriosa maglia e vi siete persi una grande chance. I crotonesi meritano rispetto, dovete dimostrare in primis di essere uomini e poi giocatori. Di solito si dice che chi ha la fortuna di giocare e stare in questa città piange due volte, l’ha detto anche Zenga, quando arrivi e quando vai via. Nel mio caso ho pianto solo una volta, perché non sono mai andato via da questa città, non ci sono fisicamente, ma sicuramente col cuore.

FORZA SQUALI TUTTA LA VITA ❤💙”.

Matteo Valentino Colucci