Riceviamo e pubblichiamo
“Ciao Piero, ho letto la tua lettera e ti chiedo scusa. Mio figlio va a scuola lì e io personalmente non ho mai ostruito la nostra rampa (non abito nel tuo palazzo ma qualche volta potrebbe servirmi, quindi la considero anche mia). Non sono il sindaco, ma lui è l’espressione di tutti noi: di chi ha bloccato la rampa, di te che non hai potuto usarla, di chi come me ti chiede scusa perché fa parte del gruppo, del Corpo di Polizia Municipale che ha difficoltà a tenere libere le rampe o le piste ciclabili o le vie percorse dai mezzi pubblici, tutte cose che costano e sono realizzate coi soldi di tutti.
Vuol dire che siamo in difficoltà e dobbiamo aiutarci, se davvero vogliamo ripartire, per esempio dal turismo. Aiutarci a essere ospitali e accoglienti, ad amare con calore i nostri figli, a essere meno freddi e paurosi, perché il contenuto della tua lettera fa venire i brividi, noi che un tempo eravamo la gente calda e ospitale…magari non perché ne siamo convinti, basterebbe anche che iniziassimo solo perché ci conviene economicamente, perché i turisti vengono più volentieri in una città più accogliente, così intanto ci facciamo l’abitudine”.
Lorenzo Rocca