Riceviamo e pubblichiamo una lettera del Comitato “Salviamo Capocolonna” inviata alla Soprintendenza archeologica della Calabria
“Oggetto: Revoca incarico Dr.ssa Maria Grazia Aisa quale Direttrice del Parco archeologico di Capo Colonna.
Gentile Sovrintendente,
quali membri del Comitato “Salviamo Capo Colonna”, a seguito di tutte le vicende, ancora non propriamente chiarite, che hanno riguardato e riguardano il Parco archeologico di Capo Colonna, riteniamo che non sia ulteriormente proseguibile l’incarico assegnato alla Dr.ssa Maria Grazia Aisa quale Direttrice del Parco e pertanto Le formalizziamo richiesta di sostituzione della stessa.
Le motivazioni che ci inducono ad avanzare simile istanza sono, naturalmente, del tutto oggettive e con unica finalità di ottenere una più attenta e corretta gestione del Parco archeologico di Capo Colonna che, come Le è noto, è stato oggetto di scempi e progetti non rispondenti al suo valore, alla sua fruibilità e neppure alla sua tutela.
Prova ne è la relazione degli ispettori inviati dal Ministero e la conseguente riformulazione dei progetti in questione, quest’ultima, peraltro, ancora non resa pubblica.
Dal momento della nostra costituzione, noi del Comitato “Salviamo Capo Colonna” abbiamo improntato la nostra azione al perseguimento dei seguenti obiettivi, definiti più comodamente come “le 3R”: rimozione del cemento; rimodulazione del progetto; responsabilità eventuali.
Ora, mentre i primi due, ovvero rimozione del cemento e rimodulazione del progetto (benché di quest’ultimo, ad oggi, il Comune di Crotone non ne abbia ancora messo a conoscenza la cittadinanza), possiamo ritenerli quasi raggiunti, stessa cosa non possiamo dire quanto al terzo obiettivo, ovvero la terza “r”: RESPONSABILITA’.
Vogliamo che l’area di Capo Colonna diventi un vero Parco archeologico, tale non potendosi definire ormai da tantissimi anni. Disinteresse, abbandono, cattiva gestione hanno preso il sopravvento nella nostra meravigliosa Magna Grecia, e certamente la Dr.ssa Aisa non può non ritenersi responsabile direttamente e indirettamente di tutto ciò, visto il ruolo da ella ricoperto e rispetto al quale, ci spiace dirlo, a nostro avviso ha dimostrato di non essere quantomeno adatta.
Siamo semplici cittadini che, tuttavia, sanno non sia necessaria una laurea in archeologia, architettura o ingegneria per rendersi conto dell’incuria e del degrado, nonché del cattivo e difforme utilizzo dell’area. Basta recarsi sul posto! Che senso ha avere un parco archeologico aperto, se non può definirsi tale?
Confidando nelle Sua attenzione, professionalità e sensibilità riguardo al nostro promontorio, Le ribadiamo le motivazioni del tutto oggettive della richiesta come da oggetto. Siamo certi che prenderà la decisione adeguata per la rinascita del Parco archeologico di Capo Colonna”.
Comitato Salviamo Capo Colonna