Che la nomina del nuovo vescovo possa essere lunga e difficile non è un mistero. Negli ambienti ecclesiastici e quelli laici vicini alla Chiesa crotonese lo sanno tutti: la Santa Sede avrebbe interpellato quattro vescovi per proporre la sede di Crotone, ma tutti avrebbero mostrato perplessità, per cui si va altrove. L’arcivescovo di Crotone-Santa Severina, mons. Domenico Graziani a maggio ha compiuto 75 anni e, come previsto dall’articolo 401 del diritto canonico, ha presentato le sue dimissioni presso l’ufficio al Sommo Pontefice che, secondo quanto è dato sapere, le ha accettate senza proroga.
Da quel momento la Chiesa ha cercato di individuare il sostituto di Graziani per l’arcidiocesi di Crotone-Santa Severina. Da quanto circola negli ambienti vaticani e in quelli della Chiesa crotonese, sarebbero stati contattati quattro vescovi ai quali è stata proposta Crotone. Sembra che tutti abbiano espresso perplessità sulla sede crotonese. Perplessità di che natura non è dato sapere. Certo è che nel caso di nomina nessun vescovo potrà rifiutare la sede.
Sembra pure che la Santa Sede non abbia tenuto in considerazione la lista di possibili vescovi fornita da mons. Graziani secondo una procedura prevista dal diritto canonico.
Resta il fatto che in questo momento mons. Graziani è di fatti un reggente, mentre Crotone, che domani festeggia San Dionigi, il suo co-patrono e primo vescovo della città, ancora non ha un vescovo ufficiale.
La speranza dei crotonesi, cattolici e laici, è che il nuovo vescovo di Crotone sia quella figura che Papa Francesco ha più volte ribadito, ovvero: “Siate pastori con l’odore delle pecore”. Uno che stia in mezzo alla gente e che sia per la gente, tutta, soprattutto quella debole e povera e che non frequenti i salotti “buoni” della città. Che poi questi salotti di buono non hanno niente, nemmeno le persone che ci si siedono sopra.